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Granarolo, lo scelgo perchè…

Il maggiore operatore agro industriale del Paese a capitale italiano, a partire dal 7 febbraio torna in comunicazione con un format pensato per raccontarsi da un altro punto di vista, quello del consumatore, che la vede impresa italiana con una importante filiera, costruita nel tempo, garanzia di qualità e sicurezza ma con una forte vocazione all’innovazione e alla valorizzazione delle eccellenze italiane in Italia e all’estero.

 

Il format studiato è pensato per durare nel tempo, essere declinato su molti media (tv, radio, web)  e per includere i diversi prodotti del portafoglio del Gruppo Granarolo.

La campagna, che è destinata ai principali canali digitali e satellitari con tagli da 45, 30 e 20 secondi, e di cui è anche prevista una declinazione sul web e i social network, al momento ha come protagonisti  lo storico latte fresco Alta Qualità, gli yogurt e le mozzarelle fatti con latte fresco Alta Qualità e il Grana Padano Granarolo, recentemente approdato sul mercato insieme ad una vasta gamma di formaggi duri DOP.

Accanto alla parte più istituzionale, al centro della comunicazione sono poste le persone. Ognuna di esse è colta in un momento semplice e positivo della propria quotidianità. E con spontaneità racconta perché sceglie Granarolo. Chiude il payoff “Granarolo. Dal 1957, italiana bontà”  La musica che accompagna lo spot è un grande classico italiano, “La lontananza” di Domenico Modugno, nel moderno arrangiamento di Vittorio Cosma (Music Production).

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Amadori investe 200 milioni

Amadori riparte con un maxi investimento di 200 milioni in un quinquennio, di cui i primi 100 saranno investiti nei prossimi 24-30 mesi. Per non perdere l’appuntamento con il mercato, l’azienda ha un bisogno urgente di adottare le più moderne tecnologie per la lavorazione dei prodotti ad alto contenuto di servizio e per dotarsi di una logistica efficiente.

L’azienda ha avviato il primo stralcio di investimento di 45 milioni per la costruzione di una sala taglio delle carni per i prodotti elaborati: sarà pronta in ottobre e sorge all’interno dello stabilimento di Cesena. «È uno degli investimenti più importanti del gruppo – osserva Massimo Romani, nuovo ad di Amadori ed ex dg di Gsi – perchè punta dritto sui prodotti a maggior valore aggiunto. La sala taglio sarà all’avanguardia per sicurezza e automazione».

Il gruppo romagnolo conta su 4 incubatoi, 4 mangimifici e 6 stabilimenti di trasformazione. Nel 2014 la società Gesco ha realizzato un fatturato di 1,28 miliardi con 7.200 addetti. L’anno scorso i ricavi sono lievemente calati «a favore di un recupero dei margini» sottolinea Romani. Il bilancio 2014 di Gesco segnala un Ebitda di 8,2 milioni, un patrimonio di 28 milioni e una Pfn di 124 milioni. «In realtà Gesco è solo la società commerciale – precisa Romani. – Il sistema Amadori comprende l’intera filiera integrata, comprese le aziende agricole. (Emanuele Scarci – Il Sole 24 Ore)

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La mozzarella di bufala DOP

Con il Regolamento della Commissione (CE) n. 628/2008 del 2 luglio 2008, l’Unione Europea ha finalmente posto rimedio ad un evidente errore di comunicazione: il marchio DOP, prima identico al marchio IGP (tranne che per la dicitura del riconoscimento trascritta all’interno) è ora evidentemente riconoscibile per il colore rosso della circonferenza esterna dentellata e del cerchio interno (in precedenza blu); resta il giallo nella corona circolare intermedia che contiene la dicitura “Denominazione d’Origine Protetta”. Fino al 1° maggio 2010, i produttori potranno esporre ancora il vecchio marchio per esaurire le confezioni già in circolazione.

La Commissione Europea ha creato un logo che permette di identificare prontamente i prodotti alimentari inseriti nei sistemi di tutela, noto come D.O.P (Denominazione d’Origine Protetta).
Questo logo consente ai produttori di far conoscere meglio i propri prodotti ai consumatori;  il logo dimostra che le qualità specifiche di un determinato prodotto sono legate alla regione da cui proviene, e sarà la sua vera garanzia di autenticità.

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Il segreto del Prosciutto di Parma

Il “dolce” Prosciutto di Parma è un alimento completamente naturale: gli unici ingredienti sono la carne di maiale e il sale, gli stessi di due millenni fa.
Infatti, già nell’anno 100 a.C. un autore latino scriveva di un prosciutto dal sapore straordinario, prodotto nella zona di Parma e conservato grazie al sale.

Il segreto del Prosciutto di Parma inizia da un’accurata selezione dei suini; solo maiali italiani di razze selezionate, pesanti almeno 150 Kg., la cui alimentazione è rigidamente controllata. Una condizione essenziale per ottenere il Crudo di Parma è che l’intera lavorazione avvenga in “zona tipica“: un’area estremamente limitata che comprende il territorio della provincia di Parma posto a sud della via Emilia a distanza di almeno 5 Km. da questa, fino ad un’altitudine di m. 900, delimitato a est dal fiume Enza e a ovest dal torrente Stirone. Infatti le condizioni climatiche di questa zona sono un ambiente ideale per la stagionatura dei prosciutti.

E’ il Consorzio del Prosciutto di Parma a tutelare la qualità, la genuinità ed il pieno rispetto della tradizione, che ha conseguito il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP). Il marchio, una Corona Ducale identifica il vero Prosciutto di Parma.ettamente sulla coscia o sulle buste nelle confezioni di pre-affettato.